Ho avuto l’occasione di firmare l’art direction della videoscenografia per il fashion show di FAY, marchio del gruppo Tod’s di Della Valle.
Invece che realizzare una classica sfilata, è stato scelto di presentare la nuova collezione creata da Aquilano e Rimondi attraverso uno spazio espositivo appositamente videoscenografato. La location selezionata è stata il PAC il quale è solito ospitare mostre ed esposizioni piuttosto che sfilate e perfomance live. Il tutto è avvenuto il 22 settembre, durante la settimana della moda.
La videoscenografia la cui caratteristica principale è quella di immergere gli abiti nelle proiezioni, è composta da quattro ambienti principali:
1. Una parete di ingresso che può essere definita come la intro della collezione, una parete “sartoriale” che mostra la paletta colori, gli schizzi degli stilisti, gli ambienti urbani di riferimento.
2. Un ambiente-stanza che rappresenta l’esterno della “casa Fay”, un edificio mirabolante dove si alternano notte e giorno, natura e città, alle cui finestre si affacciano alternativamente i capi Fay, in una sorta di trompe d’oeil e di vedo non vedo. La casa è moltiplicata dagli specchi che la circondano, creando, a seconda delle angolazioni, un effetto “colosseo” circolare.
3. Un terzo ambiente con l’ingresso a piccoli gruppi, nel quale ci si immerge in un paesaggio aereo, sono percepibili solo terra cielo, proiezioni a suolo e sul soffitto, con specchi sui lati che moltiplicano l’effetto visivo, sul fronte gli abiti, completamente inglobati nell’ambiente, talvolta terrestre, talvolta marino, tutto quello che si può vedere spiccando il volo, come in un sogno.
4. Il quarto ambiente è l’interno della casa Fay, la stanza più intima della donna che indossa questa collezione: vediamo un orologio-finestra che si affaccia sulla metropoli, un tappeto con le texture della collezione e soprattutto un immenso armadio che muta aspetto, passando dal classico al contemporaneo, riempendosi di oggetti proiettati e abiti reali, rinnovando il gioco tra reale e virtuale.
Trattare una collezione come delle opere d’arte da esporre, raccontarne l’immaginario e l’ispirazione, mostrare il prodotto con un dettaglio sovra-scalato, unire il capo reale alla virtualità della proiezione amplificano e arricchiscono la narrazione di una collezione, che invece che essere mostrata viene raccontata.
Progetto scenografico: Exhibita
Art Direction videoscenografie: Daniela Selloni
Realizzazione videoscenografie: Clonwerk
Ideazione e direzione creativa dei contenuti: Anghela Alò